1.  L’aspirante donatore extracomunitario deve risiedere da almeno due anni nel nostro Paese con documenti regolari (carta d’identità, permesso di soggiorno ed iscrizione al servizio sanitario nazionale). Gli anni aumentano a tre se la provenienza è da un Paese con endemia malarica.

  2. L’aspirante donatore deve fornire un indirizzo (telefonico e/o e-mail e/o abitazione) per qualsiasi comunicazione di carattere sanitario.

  3. Deve possedere una buona padronanza della lingua italiana (il livello di comunicazione deve essere sufficiente a fargli comprendere appieno tutte le domande sanitarie che gli vengono rivolte dal medico).

  4. Non sono ammessi interpreti né parenti, né mediatori culturali al colloquio col medico. Tutto ciò viene richiesto:

    a.       Per la sicurezza del ricevente.

    b.      Per la tutela della privacy del donatore.

    c.       Per la correttezza del colloquio.

    d.      Per uniformità con quanto viene richiesto.

  5. Segnare il Paese di provenienza per poter valutare a quale tipo di donazione renderlo idoneo.

  6. Segnare se effettua rientri periodici nel paese di origine e con quale frequenza.

  7. Valutare il tipo di convivenza(da solo, in famiglia, in comunità).

Dopo avere sentito anche gli organi regionali ci è stata confermata la non idoneità di questionari in lingue diverse dall’italiano anche per favorire una maggior uniformità di comportamento e una maggiore integrazione dei cittadini stranieri che aspirano a diventare donatori.

 Il Direttore del Servizio Trasfusionale
Dr. M. Franchini

 

Il Responsabile “Raccolta Emocomponenti”
Dr. S. Cantarelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       
       
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